I ruderi di San Francesco a Cospita

Isolato su una rupe del versante meridionale del monte Murillo, a 630 metri di altezza, resiste da secoli il convento di San Francesco. Il sito, chiamato Cospita (o Cospiti) per il fatto che occupa la sommità (cuspide) di una roccia, possiede un’elevatissima valenza storica, paesaggistica e ambientale. I ruderi attuali, immersi nel verde di una natura intonsa, occupano il piano sommitale di questa roccia e dominano il Vallone Nocito, che separa gli abitati di Conca dei Marini e Vettica di Amalfi, e i terrazzamenti che scendono giù fin quasi sul mare. Affacciati da una tale terrazza naturale la vista spazia dalla costiera amalfitana fino alla Piana del Sele, le alture del Cilento e Punta Licosa.

Il convento, eretto probabilmente attorno all’XI secolo accanto alla preesistente chiesa del Salvatore, venne successivamente dato in affidamento all’Ordine Mendicante dei Francescani. Esso comprendeva anche una piccola costruzione in pietra addossata alla parete della montagna, forse una piccola cappella, e una grotta (parzialmente chiusa da un muro in pietra) posta sempre lungo la stessa parete ma molto in alto rispetto al terreno, probabilmente destinata all’eremitaggio. Tutto intorno poi, e in particolare in basso lungo il ripido pendio della montagna, erano presenti terrazzamenti, ormai abbandonati, che garantivano il quotidiano sostentamento dei frati.

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Il modo più semplice per raggiungere il convento di Cospita è quello di partire da San Lazzaro (una frazione di Agerola) per salire lungo il versante sud del monte Murillo; il sentiero rientra in uno di quelli della rete agerolina (il numero 81, segnavia blu). Dopo un iniziale tratto gradonato si aprirà sulla destra una deviazione che conduce direttamente al convento lungo un ripido vallone; in realtà consiglio di proseguire lungo il sentiero e scollinare finchè non si raggiunge un incrocio dove, andando diritto si raggiungerebbe il CAI01, mentre svoltando a destra si va in direzione sud e poi sud-ovest seguendo più o meno le curve di livello. Arrivati al convento si può raggiungere la cappellina posta sotto al monte, quindi svoltare a destra costeggiando la parete rocciosa e risalire lungo il vallone (qui il percorso è ripido e per esperti) per tornare a San Lazzaro lungo il tratto iniziale del percorso: si compie dunque un circuito. Chi non se la sente di affrontare la salita del vallone potrà ripercorrere l’agevole sentiero dell’andata.

Un altro modo per raggiungere Cospita è tramite un percorso molto più lungo e disagevole che però offre spunti panoramici e naturalistici ineguagliabili. Si può partire da Lone, località di Vettica di Amalfi, risalendo il vallone Nocito prima su gradonata e poi su sentiero. Si passa attraverso un fitto bosco superando il rio Nocito accanto ai ruderi di case rupestri e di antiche calcare. In alcuni punti si cammina lungo uno strettissimo sentiero aereo (vivamente sconsigliato a chi soffre di vertigini), in altri si costeggia un tratto di un acquedotto abbandonato, quindi con una ripida salita fuori pista si raggiunge la base della roccia cui si poggia il convento e, continuando a salire lungo il vallone alla sua destra, se ne raggiungono i terrazzamenti inferiori. Inutile aggiungere che fin qui tutto il percorso non è segnato e che spesso è occupato da rovi; dunque è consigliato solo a esperti. Dal convento poi si può continuare per San Lazzaro nel modo descritto prima oppure tornare verso i luoghi di partenza raggiungendo il sentiero CAI01, proseguendo quindi sulla destra verso est fino all’imbocco del CAI61A, il sentiero che scenderà diretto a Pogerola passando accanto alla chiesetta di Madonna dei Fuondi.

 San Lazzaro (642) – bivio per CAI01 (750) – Cospita (633) – San Lazzaro (642)

 Lone (210) – Tuoro (286) – Vallone Nocito (375) – Cospita (633) – Nèspola (719) – Raito (676) – Madonna dei Fuondi (510) – Pogerola (300)

2 commenti su “I ruderi di San Francesco a Cospita”

  1. Complimenti per la precisione e la completezza nell’illustrazione dei sentieri, ma vorrei informarvi che quello che parte da Lone – Amalfi, è ben segnalato per ben oltre la metà del suo sviluppo.

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